Il Colesterolo è una molecola fondamentale per la nostra salute e senza di esso non potremmo sopravvivere
Anno 2021 e ci sono ancora professionisti che raccomandano non più di 2 uova a settimana, se poi compare quello ‘spaventoso’ asterisco sulle analisi la raccomandazione è di eliminarli totalmente insieme a carni grasse, burro e formaggi (nel frattempo però aumenta il consumo di carboidrati).
Tutto ciò mi stupisce perché ormai è pieno di studi ed evidenze scientifiche che confermano che non c’è correlazione tra un elevato consumo di uova (anche 2-3 al giorno) e aumento del rischio cardiovascolare; anzi è il contrario: si è dimostrato che l’associazione tra consumo di uova e una dieta low-carbs contribuisce a ridurre colesterolo LDL, trigliceridi e marker di infiammazione.
Forse non tutti sanno che la massima produzione di colesterolo avviene per via endogena nel fegato, e secondo voi, se il colesterolo fosse così pericoloso, l’organismo se lo produrrebbe da solo?
Il Colesterolo è una molecola fondamentale per la nostra salute e senza di esso non potremmo sopravvivere
I livelli di colesterolo non dovrebbero mai abbassarsi al di sotto dei 130-150mg/dl per evitare che si creino scompensi strutturali, psichici, metabolici e ormonali. Anche valori troppo alti, più di 280-300mg/dl, sono problematici e molto spesso sono il campanello di allarme di uno stato infiammatorio.
Quando si rilevano livelli di colesterolo ben oltre la norma bisogna prima chiedersi cosa lo abbia fatto alzare piuttosto che preoccuparsi di abbassarlo a tutti i costi; il colesterolo infatti si alza anche in risposta ad uno stato infiammatorio, pertanto prendere il farmaco per farlo ridurre senza prima indagare sulla causa significa spegnere l’allarme ma non l’incendio. Al contrario, avendo il colesterolo un’importante azione antiinfiammatoria, se si agisce sulla causa dell’infiammazione il corpo ne diminuirà da solo la produzione perché non sarà più necessario produrne in quantità massiccia.
Le principali cause che potrebbero elevare il colesterolo nel sangue sono:
Il vero problema del colesterolo è che è facilmente ossidabile, le placche arteriosclerotiche coinvolte nei problemi cardiovascolari sono infatti infarcite da colesterolo ossidato che è ben diverso da quello alimentare. Pertanto è importate non tanto quanto colesterolo ho nel sangue, ma se e quanto sia ossidato e quindi pericoloso.
Di fronte ad una diagnosi di ipercolesterolemia prima di spaventarci di un eventuale rischio cardiovascolare, cerchiamo prima di capire se si è un soggetto a rischio attraverso la valutazione di HDL, LDL, trigliceridi e glicemia.
Le LDL sono lipoproteine che trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti. Fin qui tutto bene, ma se le LDL si ossidano a causa di un’eccessiva presenza di radicali liberi (prodotti ad es. dal fumo di sigaretta, dall’esposizione ad inquinamento e agenti chimici, dalla cattiva alimentazione e dall’ esposizione ai raggi UV) possono diventare un problema, perché andranno a depositarsi nelle arterie generando un processo infiammatorio che può evolvere nella formazione di placche aterosclerotiche. Inoltre le LDL ossidate, per un effetto citotossico, possono provocare la rottura della placca stessa con conseguente liberazione in circolo di trombi.
Le HDL sono invece gli ‘spazzini’ del nostro organismo poiché vanno a rimuovere il colesterolo in eccesso dai tessuti e dalle arterie. Se il colesterolo totale raggiunge valori di 250mg/dl, ma si hanno buoni valori di HDL non c’è da preoccuparsi, perché ci sono abbastanza spazzini che puliscono e tengono la situazione sotto controllo. Ciò si può valutare attraverso il rapporto Col. TOT/HDL: se è inferiore a 4,5 nelle donne e a 5 negli uomini significa che si hanno buoni livelli di HDL. In generale i valori ideali di HDL sono quelli maggiori a 50-55mg/dl, sono positivi anche valori di 70-80mg/dl; l’HDL tende ad alzarsi soprattutto nelle donne in età fertile grazie al contributo degli ormoni femminili e in chi pratica attività fisica. Invece vita sedentaria e fumo di sigaretta fanno abbassare i livelli di HDL.
Importante è valutare anche il rapporto trigliceridi/HDL, se è superiore a 1,8 nelle donne e a 2 negli uomini significa che ci sono troppi zuccheri nel sangue. L’ipertrigliceremia, così come l’iperglicemia, aumenta il rischio cardiovascolare poiché rende ‘appiccicose’ le LDL e la parete arteriosa (per farvi un’idea di cosa significhi pensate alle vostre dita quando toccate un torrone o un dolce con miele); una LDL ‘appiccicosa’ si attacca più facilmente alla parete arteriosa e man mano che passano altre molecole di LDL e altre sostanze contenute nel sangue si attaccano a loro volta una con l’altra scatenando una reazione a catena che determina l’occlusione delle arteria. Ciò comporta un problema per gli organi che vengono irrorati dal vaso sanguigno ostruito: se è il cuore può determinarsi un infarto, se è il cervello può determinarsi un ictus.
Potreste avere addirittura il colesterolo totale nei range, ma se sono alti i radicali liberi, i trigliceridi e la glicemia, quel colesterolo, anche se basso, sarà un colesterolo pericoloso perché ossidato e ‘appiccicoso’. Tutto ciò si aggrava se anche l’HDL è basso, poiché non ci sono abbastanza spazzini che vadano a rimuovere le placche dalle arterie.
È quando c’è tanto colesterolo ossidato o ‘appiccicoso’ che bisogna intervenire tempestivamente per ridurlo. L’errore comune è di combatterlo ricorrendo subito al farmaco e all’eliminazione dei grassi alimentari, quando invece la strategia esatta è di far abbassare i livelli di glicemia e trigliceridi, consumare alimenti ricchi di antiossidanti, fare attività fisica e ridurre al minimo lo stress ossidativo, smettendo per esempio di fumare.
Per quanto riguarda il colesterolo alimentare, sfatiamo una volta per tutte il falso mito che mangiare troppe uova fa male (perché appunto ricche di colesterolo): il colesterolo alimentare incide solo per il 10% sul colesterolo ematico, ciò significa che su un valore di 250mg/dl solo 25mg derivano da colesterolo ingerito con gli alimenti.
Quanto e cosa mangiamo può però agire indirettamente sui valori ematici di colesterolo, ovvero incentivandone o inibendone la produzione; l’enzima (HMG-reduttasi) deputato alla sintesi del colesterolo endogeno viene infatti stimolato dai carboidrati, dal fruttosio e dagli zuccheri semplici e inibito dal colesterolo alimentare. Se ne deduce che chi soffre di ipercolesterolemia dovrebbe ridurre le fonti di carboidrati raffinati e di zuccheri e paradossalmente aumentare il consumo di alimenti contenenti colesterolo. Inoltre se i livelli dietetici di colesterolo sono troppo bassi, il corpo per sopperire alla carenza segnalerà al fegato di produrne di più.
Attenzione! Stiamo parlando di colesterolo naturalmente presente negli alimenti come uova, burro di qualità, yogurt intero, pesce grasso, carne allevata al pascolo, crostacei e molluschi. Il colesterolo che si trova in cibi che hanno subito processi industriali o alte Temperature come ad esempio il latte UHT, il latte in polvere, formaggi fusi (es. sottilette, formaggi filanti o addirittura il Fruttolo) e carne processata va invece assolutamente evitato perché è un colesterolo ossidato.
Anche pasti troppo abbondanti e il surplus calorico fanno innalzare il colesterolo ematico: l’ATP, una molecola energetica derivante dalla degradazione dei nutrienti (siano essi carboidrati, proteine o grassi) stimola l’HMG-reduttasi a sintetizzare colesterolo; per cui più mangiamo in eccesso, più formiamo ATP e più produciamo colesterolo
Se si hanno placche o avuto un infarto/ischemia la terapia farmacologica si rende necessaria. Se si ha solo ipercolesterolemia l’obiettivo dovrà invece essere quello di non arrivare al punto di prendere le statine e i conseguenti 5-6 farmaci che si aggiungeranno nel giro di 10 anni.
Lo so, la terapia farmacologica è la strada più semplice, una compressa e via! Ma sappiate che non basta abbassare il colesterolo con le statine per sentirsi fuori pericolo, è necessario che questo colesterolo non sia né ossidato né ‘appiccicoso’. E questo può essere evitato solo con una alimentazione corretta e uno stile di vita sano, da perseguire anche e soprattutto se si è in terapia farmacologica: se assumete la compressa e poi continuate a bere, mangiare, fumare e fare visita sedentaria non avrete risolto nulla.
Chi assume statine dovrebbe inoltre integrare Coenzima-Q10 (nella forma attiva di Ubiquinolo) perché le statine oltre a bloccare l’enzima del colesterolo, va a bloccare anche altre vie di sintesi tra cui quella che produce il CoQ10 che è un potente antiossidante. E se le sue concentrazioni si riducono possono aumentare i livelli di stress ossidativo e di conseguenza quelli di colesterolo ossidato.
Da non trascurare neanche l’integrazione della Vitamina D, la cui formazione deriva dal colesterolo; se i livelli di quest’ultimo vengono abbassati, ci sarà anche una riduzione della produzione di Vitamina D.
Sperando di essere stata abbastanza chiara nello spiegarvi perché non bisogna aver paura del colesterolo alimentare, concludo con un proverbio rivisitato “Un uovo al giorno toglie il colesterolo di torno”