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Dieta Chetogenica
In origine questa dieta veniva usata per i bambini affetti da epilessia resistente ai farmaci, ma negli ultimi anni la scienza ha dimostrato come si riveli efficace anche per il trattamento di molteplici patologie come l’obesità, le malattie metaboliche (insulino-resistenza, diabete-2, steatosi epatica, deficienza di Glut-1), disordini endocrini (sindrome da ovaio policistico), stati infiammatori (acne, endometriosi), infertilità, stati di rischio cardiovascolare, malattie neurologiche (emicrania, Parkinson, Alzheimer, epilessia, cefalee a grappolo).
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Dieta Low-FodMap
Questa dieta è un vero toccasana per chi soffre di intestino irritabile (Ibs) o di strani gonfiori addominali che si verificano dopo i pasti.
La dieta Low-FodMap (Low Fermentable Oligosaccharides Disaccharides Monosaccharides And Polyols) si basa sulla riduzione nell’assunzione di alcuni cibi che, a causa di sbagliate associazioni alimentari, non riescono ad essere assorbiti dall’intestino e così fermentano all’interno diventando cibo per i batteri.
Si tratta di un protocollo alimentare adatto anche ai pazienti che hanno subito una resezione intestinale o che siano affetti da aumentata permeabilità intestinale, da Sibo (Sindrome da iperproliferazione batterica), Mici (Malattie infiammatorie croniche intestinali), gastrite o candida intestinale.
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Metodo Apollo
Ripristinare la corretta catena naturale del corpo nel gestire le infiammazioni, è alla base della dieta Apollo, applicata ai pazienti affetti da psoriasi o altre patologie dermatologiche (come ad esempio la dermatite atopica e quella seborroica).
Il metodo Apollo, nato dopo anni di studi ed esperienza clinica di un’equipe di professionisti (medici, biologi, biochimici), è una vera e propria strategia che unisce alle terapie farmacologiche dei percorsi alimentari ben precisi, per individuare la causa scatenante dell’infiammazione.
La fonte che scatena questo tipo di infiammazioni (e conseguenti reazioni) può essere anche insospettabile. Spesso le malattie autoimmuni come la psoriasi, hanno hanno origine da infezioni come la candidosi o da una disbiosi. Eliminare i fattori che causano problemi al sistema immunitario, sopperire ad eventuali carenze nutritive e ripristinare la funzionalità del sistema endocrino (tiroide e surrene in particolar modo) è una stretegia vincente.
Da un punto di vista nutrizionale andremo a eliminare tutti quei cibi che innalzano l’infiammazione organica, e che possono interferire con il sistema immunitario ed endocrino.
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Protocollo Autoimmune (AIP)
Questo protocollo si applica quando il paziente è affetto da una o più malattie autoimmuni (che possono essere gravi e meno gravi), quelle patologie cioè in cui il sistema immunitario da alleato diventa un potenziale pericolo. Alcune delle cause scatenanti sono tutt’ora sconosciute.
Parliamo dunque di malattie come l’artrite reumatoide, la celiachia, la depressione, il diabete di tipo 1, l’ipotiroidismo, il morbo di Crohn, la narcolessia, la psoriasi, la sclerosi multipla, la tiroidite di Hashimoto, la vitiligine. Il protocollo Aip poggia su solide basi scientifiche ed è nato proprio per chi soffre di malattie autoimmuni, ma può trarne forte beneficio anche chi soffre di ipotiroidismo, di certe forme di disequilibrio endocrino, di poliallergicità, di fibromialgia, di PCOS, condizioni in cui è presente un elevato grado di infiammazione sistemica.
Il protocollo autoimmune prevede l’eliminazione di tutti quegli alimenti che possono provocare permeabilità intestinale e infiammazione. Dopo un periodo di 1-2 mesi, gli alimenti aboliti in prima battuta, verranno reintrodotti uno alla volta, in modo da verificare la reazione dell’organismo e valutare quali siano più o meno tollerati.