Servizi

Ogni piano alimentare risponde a un’esigenza personale.
Periodi di stress, gravidanze, malattie, sport implicano bisogni nutrizionali diversi e studiati nel dettaglio.

Anamnesi

Prima di elaborare un piano alimentare il primo incontro col paziente è fondamentale per raccogliere le informazioni su cui inizierò a lavorare: stile di vita, abitudini alimentari, allergie o intolleranze, patologie, farmaci o integratori che si assumono, storia familiare e dietetica, peso e naturalmente obiettivi.
È consigliabile portare con sé alla prima visita, una copia del risultato delle ultime analisi del sangue ed eventuali diagnosi di patologie accertate.

Valutazione Antropometrica

La prima visita dura dai 40 ai 60 minuti; dopo il primo colloquio, passo alla valutazione antropometrica: rilevazione dell’altezza, peso, circonferenze e pliche cutanee (cioè le pieghe della pelle che ci danno la misura del grasso degli strati sottostanti).

Esame Bioimpedenziometrico

Tramite “Bia Akern 101”
Questo esame, che dura meno di 5 minuti e non è invasivo, riesce a darmi una valutazione complessiva della composizione del corpo.
Misurare solo il peso di una persona non è sufficiente per capire dove intervenire. Per avere un panorama completo occorre sapere quanta massa grassa e muscolare c’è nel corpo o se è idratato a sufficienza.
Questo esame riesce a fornire una mappa esaustiva. Come dicevo si tratta di un’analisi di pochi minuti, si applicano degli elettrodi in alcuni punti del corpo che vengono poi attraversati da una corrente a bassissima tensione.
Per questo consiglio di non applicare sul dorso della mano e del piede creme o olii nel giorno dell’esame, né di fare attività fisica prima dell’appuntamento.

Piano Personalizzato

Una volta raccolte tutte le informazioni, mi metterò al lavoro per l’elaborazione del piano alimentare personalizzato che invierò al paziente entro pochi giorni, via email o consegnandolo personalmente in studio. Dal momento in cui il paziente avrà in mano il suo piano, io sarò sempre a sua disposizione per dubbi, domande o per parlare di eventuali disturbi percepiti. Seguiranno poi dei controlli a scadenza, per monitorare l’andamento del percorso nutrizionale del paziente, la sua aderenza al piano alimentare, eventuali difficoltà riscontrate, rivalutazione delle misure antropometriche e dell’esame bioimpedenziometrico. In alcuni casi è anche necessario modificare in corsa il piano nutrizionale se è necessario. Il rapporto diretto con i pazienti per me è fondamentale per raggiungere l’obiettivo, è una sfida che affronto sempre fianco a fianco con chi sceglie di fidarsi di me per migliorare la sua vita.

Chi si rivolge
al nutrizionista?

Chi decide di intraprendere un percorso alimentare mirato, non è solo il paziente che vuole perdere chili per un motivo squisitamente estetico. Ci si rivolge al nutrizionista quando si decide di migliorare la propria salute.
Una corretta e personale strategia alimentare aiuta il corpo a riprendersi al meglio dopo un intervento, allevia o guarisce i sintomi in presenza di patologie accertate, supporta le donne in gravidanza o allattamento, è una risorsa fondamentale per chi pratica sport.
  • Condizioni Fisiologiche

    Modello dei profili nutrizionali in base alla fascia d’età del paziente: dall’infanzia fino all’età senile, anche se per i bambini preferisco parlare di “educazione alimentare” a meno che non ci siano esigenze legate a situazioni specifiche.

    Capitolo a sé sono i percorsi nutrizionali per le donne in gravidanza e allattamento, momenti eccezionalmente delicati e che necessitano di particolare cura e attenzione.
  • Condizioni Patologiche

    In caso di condizioni patologiche accertate, il percorso nutrizionale si affiancherà al trattamento medico di cura del paziente.
    Obesità, sovrappeso e sottopeso, sindrome metabolica, dislipidemie, diabete, ipertensione e patologie cardiovascolari, patologie gastro-intestinali, malattie autoimmuni, malattie renali, epatiche e pancreatiche, disfunzioni tiroidee, allergie e intolleranze, cistite, candida (vaginale e intestinale) sono alcune delle malattie che una corretta alimentazione può aiutare a curare.
  • Supporto per la Fertilità

    Un momento molto importante nella vita di una coppia è senza dubbio la nascita di un figlio.

    Quando si affronta la strada della fecondazione naturale o assistita, l’alimentazione può aiutare moltissimo ad agevolare alcuni processi e a mantenere anche un certo equilibrio psicofisico. Ecco perché lo strumento nutrizionale si rivela molto importante anche in questi casi.
  • Soggetti Sportivi

    Che sia un’attività agonistica oppure amatoriale, per aiutare il corpo ad affrontare esercizi e allenamenti, la strategia alimentare è semplicemente fondamentale.
    Il corretto apporto di proteine e vitamine, il numero dei pasti al giorno, una giusta idratazione saranno per gli sportivi dei potenti alleati per migliorare le proprie prestazioni senza rinunce o sacrifici inutili o pericolosi.
  • Paziente Bariatrico

    Via più facile invece anche chi si opera no come e quando
    Il paziente reduce da un intervento di chirurgia bariatrica, è un paziente che ha scelto di affrontare il problema dell’obesità grave nel modo più drastico e veloce per riprendere in mano la propria esistenza lasciandosi il passato alle spalle. Ma per riuscire davvero a migliorare la propria condizione dopo un’operazione del genere, il supporto del nutrizionista è vitale per sapere cosa mangiare e cosa evitare.

    Educare a una corretta alimentazione vuol dire per queste persone, cambiare vita e migliorarne la qualità per sempre. Ecco perché il percorso nutrizionale sarà modellato per ogni caso, in modo puntuale e personalissimo, cercando di accompagnare il paziente in un mondo nuovo, in cui il cibo non sarà mai un nemico ma un prezioso alleato.
  • Paziente Oncologico

    Un giusto approccio alimentare si è rivelato molto importante per i malati oncologici. E quella nutrizionale è una strada che si affianca a quella delle cure mediche, fondamentali per la guarigione del paziente.

    Seguire una dieta sana vuol dire aiutare il proprio corpo a rispondere meglio alle terapie e aiutarlo nel momento del decorso post-operatorio.

Approcci
terapeutici

  • Dieta Chetogenica

    In origine questa dieta veniva usata per i bambini affetti da epilessia resistente ai farmaci, ma negli ultimi anni la scienza ha dimostrato come si riveli efficace anche per il trattamento di molteplici patologie come l’obesità, le malattie metaboliche (insulino-resistenza, diabete-2, steatosi epatica, deficienza di Glut-1), disordini endocrini (sindrome da ovaio policistico), stati infiammatori (acne, endometriosi), infertilità, stati di rischio cardiovascolare, malattie neurologiche (emicrania, Parkinson, Alzheimer, epilessia, cefalee a grappolo).
  • Dieta Low-FodMap

    Questa dieta è un vero toccasana per chi soffre di intestino irritabile (Ibs) o di strani gonfiori addominali che si verificano dopo i pasti.
    La dieta Low-FodMap (Low Fermentable Oligosaccharides Disaccharides Monosaccharides And Polyols) si basa sulla riduzione nell’assunzione di alcuni cibi che, a causa di sbagliate associazioni alimentari, non riescono ad essere assorbiti dall’intestino e così fermentano all’interno diventando cibo per i batteri.
    Si tratta di un protocollo alimentare adatto anche ai pazienti che hanno subito una resezione intestinale o che siano affetti da aumentata permeabilità intestinale, da Sibo (Sindrome da iperproliferazione batterica), Mici (Malattie infiammatorie croniche intestinali), gastrite o candida intestinale.
  • Metodo Apollo

    Ripristinare la corretta catena naturale del corpo nel gestire le infiammazioni, è alla base della dieta Apollo, applicata ai pazienti affetti da psoriasi o altre patologie dermatologiche (come ad esempio la dermatite atopica e quella seborroica).
    Il metodo Apollo, nato dopo anni di studi ed esperienza clinica di un’equipe di professionisti (medici, biologi, biochimici), è una vera e propria strategia che unisce alle terapie farmacologiche dei percorsi alimentari ben precisi, per individuare la causa scatenante dell’infiammazione.
    La fonte che scatena questo tipo di infiammazioni (e conseguenti reazioni) può essere anche insospettabile. Spesso le malattie autoimmuni come la psoriasi, hanno hanno origine da infezioni come la candidosi o da una disbiosi. Eliminare i fattori che causano problemi al sistema immunitario, sopperire ad eventuali carenze nutritive e ripristinare la funzionalità del sistema endocrino (tiroide e surrene in particolar modo) è una stretegia vincente.
    Da un punto di vista nutrizionale andremo a eliminare tutti quei cibi che innalzano l’infiammazione organica, e che possono interferire con il sistema immunitario ed endocrino.
  • Protocollo Autoimmune (AIP)

    Questo protocollo si applica quando il paziente è affetto da una o più malattie autoimmuni (che possono essere gravi e meno gravi), quelle patologie cioè in cui il sistema immunitario da alleato diventa un potenziale pericolo. Alcune delle cause scatenanti sono tutt’ora sconosciute.
    Parliamo dunque di malattie come l’artrite reumatoide, la celiachia, la depressione, il diabete di tipo 1, l’ipotiroidismo, il morbo di Crohn, la narcolessia, la psoriasi, la sclerosi multipla, la tiroidite di Hashimoto, la vitiligine. Il protocollo Aip poggia su solide basi scientifiche ed è nato proprio per chi soffre di malattie autoimmuni, ma può trarne forte beneficio anche chi soffre di ipotiroidismo, di certe forme di disequilibrio endocrino, di poliallergicità, di fibromialgia, di PCOS, condizioni in cui è presente un elevato grado di infiammazione sistemica.
    Il protocollo autoimmune prevede l’eliminazione di tutti quegli alimenti che possono provocare permeabilità intestinale e infiammazione. Dopo un periodo di 1-2 mesi, gli alimenti aboliti in prima battuta, verranno reintrodotti uno alla volta, in modo da verificare la reazione dell’organismo e valutare quali siano più o meno tollerati.

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