L'importanza del pasto libero

La dieta ideale è quella che puoi seguire per sempre!

Martedì, 25 Aprile 2023

L'importanza del pasto libero

Ogni piano alimentare che si rispetti dovrebbe includere almeno un pasto libero a settimana, da non vivere con sensi di colpa o mangiando come se non ci fosse un domani, ma come parte integrante e fondamentale del proprio percorso dietetico, benefico sia per la salute fisica che mentale.

Durante il pasto libero non bisognerebbe mangiare a dismisura per il semplice gusto di ‘recuperare’ tutto ciò di cui ci si è privati in settimana, ma la sua utilità è di godersi con serenità il cibo che più ci appaga; sia questo una maxi coppa di gelato, una lasagna, un tagliere di salumi e formaggi, una pizza o qualsiasi altra cosa goduriosa.

È importante concedersi un pasto libero, per 3 motivi in particolare:

  1. Rendere la dieta sostenibile nel tempo
    Lo scopo di una dieta è quello di far acquisire abitudini alimentari sane e corrette da mantenere a vita. E nella vita di tutti i giorni capiteranno a tutti feste, domeniche, aperitivi, cene di lavoro, inviti e week-end fuori in cui è giusto godersi il cibo senza privazioni e sensi di colpa.

    Perché se per l’80% del nostro tempo mangiamo bene (e manteniamo uno stile di vita attivo), non sarà quell’aperitivo con gli amici a rovinare tutto, ma anzi apprezzeremo e selezioneremo con più cura il buon cibo. Se dell’alimentazione sana ne abbiamo fatto uno stile di vita, anche durante il pasto libero ci verrà automatico fare scelte di qualità senza trasformare il proprio corpo in una discarica di cibo spazzatura. Diventando consapevoli delle proprie preferenze alimentari, non mangeremo più qualcosa solo per riempire la pancia, perché ce lo troviamo davanti o perché invogliati dal contesto o dalla pubblicità, ma per reale desiderio di quel particolare cibo.

  1. Prevenire sgarri e abbuffate
    Niente attrae più del proibito e questo vale anche per l’alimentazione: se si conduce una vita di continue privazioni alimentari, precludendosi o vivendo con i sensi di colpi le occasioni di convivialità e contando le calorie di qualsiasi cosa si ingerisce; alla lunga si finirà ad avere un senso di frustrazione e insoddisfazione continua che condurrà inevitabilmente a vere e proprie abbuffate incontrollate o a fame nervosa.

    O se si eliminano interi gruppi alimentari (come capita spesso con i carboidrati o con i grassi), il corpo li richiederà insistentemente fino a farli diventare un’ossessione. Stessa cosa vale se si cerca di togliersi lo sfizio con pseudo-pizze, dolci-fit e surrogati simili, alla cui bontà e soddisfazione non ci credono nemmeno i fit-influencer che cercano di convincere del contrario. Quindi anziché riempire le giornate con questo cibo finto di dubbia qualità e con conseguenze metaboliche negative, è meglio concedersi uno o comunque pochi “cibi sgarri” ma nella loro ricetta tradizionale.

  1. Far capire al corpo che non è in carestia
    Da un punto di vista evolutivo, la risposta metabolica alla restrizione calorica prolungata è ancora tarata all’età della pietra, ovvero fa ancora riferimento al buon vecchio Genotipo Parsimonioso che ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere ai lunghi periodi di digiuno e carestia, attraverso meccanismi di risparmio energetico e di accumulo di tessuto adiposo. Questo stesso meccanismo si attiverà ogni qualvolta si sottopone il proprio organismo a forte e lunga restrizione calorica; così quando per forza di cose si tornerà a mangiare, magari anche in eccesso, sarà più facile e veloce mettere sù peso, il corpo sarà infatti ‘affamato’ e non farà altro che accumulare energia e massa grassa per prevenire un’eventuale successiva restrizione calorica. Il pasto libero serve appunto a far capire al corpo che non è in carestia e non deve perciò attivare i meccanismi di risparmio.

E se il pasto libero dovesse protrarsi per più giorni perché magari si è in vacanza? Niente paura, per quanto si possa mangiare in una settimana, buona parte dei kili in più che si troveranno sulla bilancia saranno non di grasso, bensì di acqua extracellulare. Ciò è dovuto al meccanismo fisiologico di ritenzione idrica dovuta all’eccesso di Carboidrati e Sodio, ma la buona notizia è che sparirà gradualmente dopo che si riprenderanno le sane abitudini alimentari.

Se proprio si vuol far qualcosa perché ci si sente gonfi, flaccidi e pesanti (l’accumulo di acqua extra è associata anche ad infiammazione sistemica) una buona pratica è di digiunare il mattino successivo al pasto libero, bere solo 0,75-1 Litro di acqua in 2-3 minuti e ritornare a mangiare a pranzo o quando ritorna la fame.

Alimentatevi dunque nei pasti precedenti o successivi alle abbuffate con magari qualcosa di più leggero (es. petto di pollo, una spigola, un po' di frutta, un brodo o un passato di verdura), ma niente digiuno, mi raccomando! Ve lo impone la genetica!!


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