Abstract della mia tesi di Master in Biologia della Nutrizione per la Riproduzione Umana
L’infertilità è l’incapacità di una coppia di concepire dopo un anno di rapporti frequenti e non protetti. Si stima che in Italia ne soffra una coppia su 5 e che nel 40% dei casi sia dovuto a una problematica maschile.
Per infertilità maschile si intende l’incapacità di fecondare l’ovocita dopo almeno 12 mesi di rapporti con una partner in perfette condizioni di salute riproduttiva ed è caratterizzata da alterazioni agli spermatozoi (bassa concentrazione, scarsa motilità e difetti morfologici). Da non confondere con la sterilità che è invece la mancata produzione di sperma.
Le cause di infertilità maschile possono essere molteplici:
Molto spesso però l’origine dell’infertilità maschile rimane sconosciuta e viene così denominata Infertilità Idiopatica. Questa può presentarsi sia con parametri spermatici nella norma che con una riduzione della qualità del liquido seminali; in quest'ultimo caso i pazienti presentano una riduzione della concentrazione e motilità degli spermatozoi e un aumento di alterazioni morfologiche.
Negli ultimi anni sta avanzando l’ipotesi che una delle cause di infertilità idiopatica con parametri dello sperma alterati possa essere lo stress ossidativo. Molti studi infatti hanno osservato che nel liquido seminale degli uomini infertili ci siano alti livelli di radicali liberi (ROS) e bassa capacità antiossidante rispetto agli uomini fertili. A tal proposito è stato coniato il termine MOSI, proprio per indicare l’infertilità maschile correlata a stress ossidativo.
Per stress ossidativo si intende uno squilibrio tra i livelli di radicali liberi (che aumentano) e la capacità antiossidante dell’organismo (che si riduce).
C’è da dire che negli spermatozoi c’è una produzione fisiologica di ROS necessaria per la corretta formazione e maturazione degli spermatozoi, ma se questa produzione diventa eccessiva può creare stress ossidativo.
Cause che potrebbero far innalzare i livelli di ROS sono:
I ROS danneggiano gli spermatozoi attaccando direttamente i lipidi e le proteine di membrana, il DNA e i mitocondri. Tutto ciò si traduce in ridotta vitalità, motilità e capacità di fecondazione degli spermatozoi e in aumento di alterazioni morfologiche, di mutazioni genetiche e anomalie cromosomiche. Tutte condizioni che possono ridurre il potenziale riproduttivo maschile e aumentare il rischio di infertilità o anomalie embrionali.
Poiché all’aumento dei ROS spesso si accompagna una carenza di antiossidanti o una riduzione dell’attività antiossidante interna, è stato ipotizzato che la supplementazione con antiossidanti esogeni possa essere una strategia terapeutica per la prevenzione e il trattamento dell’infertilità maschile correlata a stress. Essi agiscono eliminando o neutralizzando i ROS, riducendo l’attività degli enzimi che generano radicali liberi o promuovendo l’espressione degli antiossidanti endogeni. Quindi una loro supplementazione potrebbe aiutare a potenziare il sistema antiossidante endogeno, a prevenire o mitigare il danno ossidativo e a ripristinare l’equilibrio redox. Riducendo lo stress ossidativo, gli antiossidanti migliorano la qualità dello sperma e creano un ambiente favorevole alla fecondazione e alla crescita embrionale.
Gli antiossidanti più studiati in letteratura sono: Vit. C-B12-E, Coenzima Q10, Carnitina, Acido Afa Lipoico, Licopene, Zinco e Selenio. La maggior parte degli studi ha mostrato una correlazione positiva tra supplementazione di antiossidanti e capacità riproduttiva: in tutti si è osservato un miglioramento dei parametri spermatici e in molti è stato riportato anche un aumento dei tassi di gravidanza e di nati vivi sia nelle gravidanze naturali che in quelle tramite fecondazione assistita e un maggiore successo di impianto nelle FIVET e ICS.
Benché la supplementazione di antiossidanti sembrerebbe una terapia efficace e sicura, ancora non c’è un definitivo consenso scientifico sul loro utilizzo perché servono prima ulteriori studi per valutare il reale stato redox e infiammatorio del paziente e per definire l’esatto e più efficace dosaggio o combinazione di antiossidanti, anche per evitare effetti collaterali, possibili interazioni con altri farmaci o rischio di stress riduttivo (l’uso eccessivo di antiossidanti potrebbe ridurre troppo la generazione e la concentrazione intracellulare dei ROS).
Infine è importante ricordare che anche se la supplementazione con antiossidanti ha dimostrato essere migliorativa, dovrebbe essere considerata come parte integrante di un approccio terapeutico globale, che includa anche cambiamenti nello stile di vita e abitudini alimentari.
Se sulla supplementazione con antiossidanti non si hanno ancora certezze, non ci sono invece dubbi che la dieta è un importante fattore modificabile per migliorare la capacità riproduttiva. Gli alimenti possono infatti influenzare positivamente o negativamente la qualità dello sperma, attraverso un’azione antiossidante o al contrario pro-ossidante e pro- infiammatoria.
In particolare è stato osservato che la Dieta Occidentale, ricca di zuccheri e grassi saturi, va ad aumentare infiammazione e stress ossidativo impattando negativamente sulla fertilità; mentre la Dieta Mediterranea, ricca invece di grassi poliinsaturi (tra cui omega 3) e antiossidanti, protegge gli spermatozoi dallo stress ossidativo.
La Dieta Occidentale oltre ad essere sbilanciata, prevede anche un elevato apporto calorico che contribuisce all’instaurarsi di obesità e squilibri ormonali (iper-insulinemia, iper-leptinemia e riduzione di Testosterone) che fanno aumentare uteriormente infiammazione e stress ossidativo e ridurre la capacità antiossidante endogena. Al contrario la Dieta Mediterranea favorisce un buon controllo sul peso corporeo e un buon equilibrio glicemico.
I grassi alimentari oltre allo stato redox, influenzano anche la composizione lipidica delle membrane degli spermatozoi. In soggetti sani la componente lipidica degli spermatozoi è costituita per lo più da grassi poliinsaturi (PUFA e DHA); si è osservato che un’alimentazione ricca di grassi saturi e trans fa invece ridurre il contenuto in PUFA delle membrane e innalzare quello di grassi saturi che promuovono la generazione di ROS dai mitocondri, creando così stress ossidativo e perdita di competenza funzionale degli spermatozoi. Al contrario, la Dieta Mediterranea e in particolare il suo apporto di omega 3 (es. da noci, pesce azzurro e olio e.v.o.) migliorano la composizione lipidica.
Dunque, dai vari risultati riportati in letteratura, vi è una forte evidenza che la dieta con maggior effetto positivo sulla fertilità è la Dieta Mediterranea.
La Dieta Mediterranea si basa su varietà e stagionalità dei cibi e prevede un consumo prevalente di frutta e verdura, cereali integrali, legumi e frutta secca; da un moderato consumo di pesce, carne bianca, uova, latte e derivati e, infine, da un consumo limitato di carne rossa, carne processata e dolciumi. Gold standard della Dieta Mediterranea è l’olio extravergine di oliva, contenti fenoli bioattivi e altre molecole salutistiche, ma soprattutto fonte principale di acidi grassi monoinsaturi (MUFA).